Claustrofobia: devi rassegnarti per tutta la vita o c’è una soluzione?

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Se stai leggendo questa pagina vuol dire che soffri di claustrofobia o in qualche modo vuoi saperne di più. Forse sei disperato perché questa sindrome sta limitando notevolmente la tua vita o la vita di qualcuno che conosci e cerchi dei rimedi.

A volte certi luoghi stretti vengono percepiti erroneamente pericolosi dal claustrofobico. Questo può succedere perché ci si ritrova in un posto stretto e ti assale la paura. Credi di non poter uscire fuori da quel luogo. Incominci a sentirti braccato. Il tuo corpo non è più controllabile. Incominci ad agitarti. Non puoi controllare queste reazioni.

Questo ti fa sentire in imbarazzo poiché le persone che sono con te si accorgono che ti sta succedendo qualcosa. Si rendono conto che non puoi controllare le tue reazioni istintive a questa circostanza. Queste persone si preoccupano e non si spiegano le tue reazioni, le più insensibili possono addirittura considerarti pazzo.

Cosa fai per evitare l’imbarazzo?

Per evitare che succeda una cosa così imbarazzante adotti la strategia di evitare di finire in certi posti. Infatti li percepisci come stretti oppure ti danno la sensazione che la reazione claustrofobica possa innescarsi di nuovo.

Questo limita notevolmente la tua libertà sociale. Le persone con cui ti capita di uscire e di condividere dei momenti della tua vita notano che rifiuti i loro inviti. Questi rifiuti sono inspiegabili per loro. Non riescono a capire qual è il motivo. Magari pensano che loro non ti piacciono, oppure pensano che c’è qualche altro motivo per una reazione inspiegabile come questa.

Che cos’è la claustrofobia

La claustrofobia è una paura irrazionale di luoghi chiusi o stretti. E’ definita anche fobia degli spazi chiusi. Nello specifico il claustrofobico è terrorizzato dalla sensazione di soffocamento che sperimenta all’idea di trovarsi in ambienti dove non percepisce la possibilità di fuggire.

I sintomi più comuni sono:

  • tachicardia
  • sudorazione eccessiva
  • sensazione di soffocamento
  • oppressione toracica
  • crisi di panico.

Questi sintomi possono innescarsi semplicemente alla sola idea di trovarsi in un posto piccolo. Si è convinti che non si abbiano vie di fuga.

Quando si innesca la claustrofobia

La reazione incontrollata si può verificare in tantissime situazioni. Queste usualmente sono considerate normali dalla maggior parte delle persone. Per esempio in situazioni sociali quale lunghe file al supermercato, in banca, alle poste.

La reazione incontrollata può verificarsi quando si ci si trova in ambienti eccessivamente affollati tipo concerti o metropolitane.

Come viene limitata la tua vita dalla da questa paura?

Chi soffre di claustrofobia adotta delle strategie che sono notevolmente limitanti della propria libertà. Per esempio il claustrofobico può evitare di prendere l’ascensore, attraversare gallerie o tunnel o guidare l’auto.

Questi evitamenti limitano notevolmente i gradi di libertà nella vita. Se il claustrofobico non può fare a meno di evitare le situazioni considerate pericolose, si può avvalere di altre strategie tra le quali:

1 richiede di farsi accompagnare da persone di fiducia parenti o amici;

2 organizza rigidamente la propria vita all’interno di precisi abitudini;

3 tende a parlare del proprio problema sempre più spesso e questo rafforza il circolo vizioso della claustrofobia perché la rafforza l’identità del claustrofobico

Quali sono le strategie più comuni per superare la claustrofobia

La maggior parte delle persone che soffrono di claustrofobia si rivolge a uno psicologo. Il lavoro dello psicologo generalmente è quello di insegnare al claustrofobico delle strategie di copyng. Queste sono delle strategie che consentono di rilassarsi nelle situazioni in cui si avverte il problema. Il problema è che non funzionano sempre e non in tutte le circostanze.

Forse quello che ti sto raccontando sembra incredibile ma ti consiglio di provare. Solo provando ti accorgerai del miracolo. Sentirai un grande beneficio già con la prima sessione. Di solito una sessione è sufficiente per risolvere la claustrofobia. Potrai però se lo ritieni utile continuare con altre sessioni per migliorare altre aree della tua vita. Le sessioni di ecologiadellecredenze possono essere applicate a qualsiasi tipo di problema e sono incredibilmente efficaci.

Nuove soluzioni per superare definitivamente e per sempre la claustrofobia

La claustrofobia è semplicemente un programma di percezione di un ambiente.

L’organismo per errore cataloga quell’ambiente come pericoloso e protegge l’individuo con risposte automatiche che gli creano disagio. Queste risposte sono state apprese magari erroneamente e si attivano senza controllo quando la persona vede o si trova in un ambiente che viene percepito come stretto o piccolo.

Con le sessioni di ecologia delle credenze noi lavoriamo per individuare questi programmi percettivi disarmonici. Il nostro lavoro consiste nel riprogrammare con un bilanciamento le reazioni automatiche che ti mettono in difficoltà. Queste si innescano quando il claustrofobico si trova in questi luoghi. Si tratta di riprogrammare la percezione di un certo luogo e anche la reazione automatica che viene innescata dalla presenza di un certo luogo.

Superare la claustrofobia con il bilanciamento del Trauma

Questa riprogrammazione può essere fatta attraverso la tecnica del bilanciamento. Ci sono varie vie per superare la claustrofobia con questa tecnica.

Una delle tecniche più efficaci è il bilanciamento del trauma/stress. Questo bilanciamento consiste nell’immaginare di trovarsi in un ambiente ristretto.

Quando si evoca tale situazione il facilitatore verifica che la situazione immaginata rappresenti per il partner uno stress. Questo si fa con un test muscolare. Il muscolo si indebolisce e cede quando c’è un trauma. Verificata tale evenienza si procede con un bilanciamento dello stress/trauma. Si cerca un bilanciamento che realizzi l’integrazione emisferica tra i due emisferi cerebrali. In questa situazione il trauma può essere rielaborato in maniera veloce e permanente. In questo modo si chiede ai due emisferi cerebrali di riprogrammare sia la percezione del luogo sia le reazioni automatiche errate e disfunzionali a quel luogo.

Il bilanciamento del trauma dura pochi minuti e riesce a risolvere la claustrofobia in maniera permanente. Ti capiterà di trovarti in situazioni che di solito ti innescano la claustrofobia ma le percepirai miracolosamente come normali. Scompariranno tutte queste sensazioni spiacevoli e le reazioni incontrollate correlate. Sembra incredibile ma con pochi minuti si risolve una situazione che per te è estremamente invalidante è limitante. I risultati sono permanenti.

Come si spiega questa sindrome secondo la biologia delle credenze?

La claustrofobia è semplicemente un programma di percezione dell’ambiente intorno a noi. L’organismo adotta delle reazioni disfunzionali quando si trova in un ambiente che viene percepito come stretto o piccolo. Con le sessioni di ecologia delle credenze possiamo lavorare nell’individuazione di questi programmi. Le reazioni automatiche che che si innescano automaticamente quando ti trovi in questi luoghi scompaiono. Si tratta di riprogrammare la percezione di un certo luogo e anche la reazione automatica che viene innescata dalla presenza di quel luogo.

I risultati sono permanenti?

Questa riprogrammazione può essere fatta attraverso la tecnica del bilanciamento.

Ci sono varie vie per superare per sempre la claustrofobia con questa tecnica. Una delle più efficaci è il bilanciamento del trauma che ho descritto prima. Questa consiste nel immaginare di trovarsi in un ambiente ristretto: quando si evoca tale situazione il facilitatore verifica che la situazione rappresenti o meno uno stress per il partner. Verificata tale evenienza si procede con un bilanciamento dello stress trauma. Sì cerca un bilanciamento che realizzi l’integrazione emisferica tra i due emisferi cerebrali.

In questa situazione il trauma può essere rielaborato in maniera veloce e permanente. In questo modo si chiede ai due misteri cerebrali di riprogrammare sia la percezione del luogo, sia le reazioni automatiche a quel luogo.

Il bilanciamento del trauma dura pochi minuti e riesce ad a risolvere la claustrofobia in maniera permanente. Quello che per sentirai è che i luoghi che prima innescavano la sindrome ora sono completamente neutri e vivibili in completa armonia.

Utilizzare la claustrofobia come spinta evolutiva

Si può anche procedere in maniera diversa. Si segue il principio “Ogni cosa è la miglior cosa. Cosa vuol dire questa cosa? Ogni cosa che noi viviamo nella vita porta un messaggio che ci permette di evolvere se lo utilizziamo come spunto per adottare un comportamento più funzionale e conveniente. Secondo questa traccia la claustrofobia può essere portatrice di una consapevolezza e di un cambiamento.

Tieni presente che la nostra realtà è di solito lo specchio dei nostri programmi subconsci. Secondo questa chiave ogni situazione che viviamo può essere foriera di messaggi. Questi messaggi sono per noi e ci portano a vedere cose di noi di cui non ci rendiamo conto. Queste caratteristiche possono limitare l’espressione del nostro potenziale. Lavorando su questi aspetti si eliminano tanti comportamenti che ci succhiano energia. Ci si sente più liberi. Spesso situazioni disagevoli scompaiono miracolosamente lavorando con pochi bilanciamenti.

In che cosa consiste il lavoro che faremo?

Il lavoro in questo caso consiste nel identificare tutti i messaggi e le credenze correlate alla claustrofobia. Individuate le credenze e i traumi che sostengono la sindrome li si trasforma in programmi ecologici. In questo modo la claustrofobia scompare per sempre.

Può emergere anche un trauma della tua vita passata che in qualche modo collega un certo luogo a una situazione percepita erroneamente come pericolosa.

In questo caso infatti l’organismo commette un errore facendo un associazione tra un certo luogo e un pericolo. Cosa succede? Che per proteggerti da questo luogo innesca una situazione emotiva incontrollabile che ha con me risultato quello di farti evitare quel luogo particolare. Con le sessioni possiamo riprogrammare tutte queste percezioni disfunzionali e le reazioni automatiche associate. Se sei interessato ad un lavoro autonomo ti consiglio il metodo descritto nel mio libro.